SOPPORTERÒ LA MIA CROCE

Uno dei testi fondamentali nella mia formazione artistica è stato: “Il Gabbiano”, di Anton Cechov. Esploravo per la prima volta  il tema della Vocazione, affrontandolo in un momento di estrema fragilità emotiva. Non sapevo ancora quale fosse la mia idea di Teatro e ancor meno quali fossero le mie urgenze espressive. Il tempo mi ha concesso l’opportunità di trovare la mia strada e di mettere a fuoco il mio percorso. La serata in programma per il ciclo de “I Solisti” sarà l’occasione per raccontare alcune tappe di questo viaggio, vissuto avendo sempre bene in mente il monito di uno dei più importanti Maestri della Pedagogia Teatrale, Kostantin Stanislavskij: “Ama l’arte in te stesso e non te stesso nell’Arte”.

“Quando io e mio padre vedevamo un film western insieme, che ne so, Lo chiamavano Trinità, lui aveva un tale potere di immedesimazione che quando Bud Spencer e Terence Hill mangiavano fagioli, li mangiavamo anche noi! Preparava la scodella, il sugo, i fagioli, luci spente e, veramente, sembrava di essere lì, sotto la luna o in una lurida taverna, insieme a loro, ai cowboys, a mangiare fagioli… Credo che la mia vocazione ad ascoltare, raccontare e vivere storie, immedesimandomi in esse, sia nata così”.