Fabbrica delle parole
#Arte
Nel complesso espositivo del Convitto Palmieri, a Lecce, trova spazio la “Fabbrica delle Parole”, un itinerario visivo, immersivo e didattico, incentrato sull’esposizione delle antiche macchine tipografiche, dei primi computer e di altri caratteristici strumenti che hanno rappresentano l’evoluzione della tipografia.
In mostra sono presenti un esemplare di epigrafe messapica, vari modelli di torchio realizzati tra Otto e Novecento e una serie di strumenti per il ciclostile, sistema per la copiatura che ha anticipato le macchine fotocopiatrici degli anni Sessanta, fino ad arrivare alle serie di computer Macintosh, tra cui il modello Apple 1976, primo personal computer della storia. In esposizione nelle ampie sale del Convitto anche una sezione dedicata ai periodici culturali che, tra la fine dell’Ottocento e la fine del XX secolo, hanno contrassegnato la storia dell’editoria in Terra d’Otranto come “L’Albero”, rivista collegata a Girolamo Comi.
Per tutelare l’architettura vincolata degli spazi è stato progettato un complesso sistema di grafiche narrative, una seconda pelle in fibra di vetro, che riveste tutte le pareti dello spazio espositivo, e diventa fil rouge, nei quattro colori della quadricromia, dell’allestimento grafico e dell’identità visiva del museo.
Il percorso espositivo è una narrazione visiva monumentale in forte dialogo con gli elementi architettonici dell’edificio storico. Grazie all’uso sapiente di pattern visivi si stratificano simboli di caratteri mobili che si intrecciano con i segni messapici presenti nella collezione e grandi caratteri tipografici che si raccontano e che sviscerano il percorso, con gli esempi più illustri della storia dell’arte della stampa.
